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«La lettura dell'opera si rivela ricca di autentiche sorprese e offre un forte substrato probatorio alla diffusa convinzione della nobiltà della tradizione giuridica del Salento. Il lavoro prende le mosse dall'epoca preromana; tratteggia, necessariamente a somme linee, i forti legami del Salento con il mondo greco e, poi, la progressiva integrazione nel mondo romano, che riserva alla città di Lecce, in età antonina, nell'anno 162 d. C., perfino il privilegio di battere moneta; quindi, si cala nel medioevo, seguendo la trama di una storia avvincente come e forse più di un romanzo. L'indagine è dichiaratamente condotta "a tema" e si propone di dimostrare, attraverso la ricostruzione di un percorso millenario, il ruolo di assoluto rilievo avuto da Lecce, quale sede di istituzioni giudiziarie aventi piena giurisdizione non solo sulla penisola salentina ma, in taluni periodi, sull'intera Puglia e su vasti territori limitrofi.»